Abbiamo più volte raccontato storie di errori giudiziari, potenzialmente nefasti per le sorti di chi li subisce.
Aggiungiamo adesso un’altra puntata.
Non certo per gridare allo scandalo ma solo per dimostrare, sebbene non ce ne sia affatto bisogno, che la giustizia, in quanto fenomeno umano, è fallibile come ogni altra attività umana.
Il provvedimento di cui si parla è Cassazione penale, Sez. 2^, ordinanza n. 4881/2023, udienza del 6 dicembre 2022.
Segue adesso il suo testo in forma integrale, con le sole modifiche dovute all’esigenza di eliminare ogni riferimento nominativo.
La decisione della Corte di cassazione
ORDINANZA
SULLA RICHIESTA DI CORREZIONE DI ERRORE MATERIALE
nella sentenza resa da questa Corte di cassazione il 30/9/2022
nel procedimento a carico di
DSR NATO IL [segue data di nascita];
visti gli atti, il provvedimento impugnato e l’istanza;
udita la relazione svolta dal Consigliere [segue il nome del magistrato];
RITENUTO IN FATTO
1.Il dispositivo della sentenza resa da questa Corte di cassazione all’udienza del 30/9/2022 nei confronti di DSR contiene un errore materiale dovuto all’erronea determinazione aritmetica della pena calcolata da questa Corte all’esito dell’annullamento senza rinvio della sentenza pronunziata dalla Corte di appello del 17/2/2021.
Ed infatti dalla lettura della motivazione, in cui viene esposto nel dettaglio il calcolo effettuato, risulta che la pena è stata determinata in misura erronea e superiore a quella che si ricava applicando i criteri indicati nella pronunzia.
Si rende necessaria la correzione dell’errore materiale del detto dispositivo sostituendo alle parole “anni tre mesi uno e giorni ventitré di reclusione ed euro 1045,00 di multa” le parole “anni uno, mesi sette giorni tre di reclusione ed euro 578,00 di multa“.
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo della sentenza n. 39550 resa da questa Corte all’udienza del 30/9/2022 nei confronti di DSR, sostituendo alle parole “Anni tre mesi uno, giorni ventitré di reclusione ed euro 1045,00 di multa” le parole “anni uno, mesi sette, giorni tre di reclusione ed euro 578,00 di multa”.
Manda la Cancelleria per le annotazioni.
Note di commento
Facciamo i conti.
Il piccolo errore della Suprema Corte, se non corretto come in effetti è avvenuto provvidenzialmente, sarebbe costato all’imputato un surplus di pena pari a un anno, sei mesi e venti giorni di reclusione e 467 € di multa.
Mettiamo pure da parte l’aumento della pena pecuniaria, sappiamo tutti che l’inflazione ha alzato la testa e provoca i suoi effetti negativi, ma un anno e mezzo di galera in più del giusto un po’ di impressione lo fa.
Possiamo comunque alzare i calici e brindare: la Cassazione si è accorta dell’errore tempestivamente (solo due mesi e sei giorni tra un’udienza e l’altra, un’inezia) e lo ha eliminato.
Non si potrebbe chiedere di più.
