Bimbi vivaci: perfino per loro si ripropone l’eterno conflitto tra libertà individuale e tutela della collettività (di Vincenzo Giglio)

Molti organi di stampa e mass-media (si veda, tra gli altri, il reportage di orizzontescuola.it a questo link) hanno diffuso una storia che ha al centro un asilo paritario sardo per l’infanzia.

Sembrerebbe che tale istituto abbia più volte rifiutato o allontanato bambini in età prescolare o, in alternativa, abbia chiesto ai genitori di affiancargli a loro spese un educatore aggiuntivo.

Sembrerebbe ancora che questo comportamento si sia manifestato per bambini affetti da patologie o disabilità o anche solo troppo vivaci.

L’avvocata Oriana Erittu, ricevuto il mandato da alcuni dei genitori dei bambini interessati, ha già mosso i primi passi, diffidando i gestori dell’asilo i quali, dal canto loro, si sono rivolti all’avvocata Maria Grazia Calvini che ha escluso qualsiasi pratica discriminatoria.

Si vedrà.

Nel frattempo, senza con questo voler distribuire torti e ragioni, ci si limita a chiedersi che ne sarebbe delle scuole italiane se la vivacità di un bimbo o di un adolescente o di un giovane diventasse un fattore escludente e se l’unico modello comportamentale fosse quello della quiete, senza con questo avercela con la quiete.

Perché poi si potrebbe iniziare ad ipotizzare che anche la fantasia, soprattutto se esagerata, dovrebbe essere imbrigliata perché altrimenti – figuriamoci! – un bambino potrebbe arrivare a disegnare un sole verde o blu e questo potrebbe essere inappropriato.

La stessa preoccupazione potrebbe manifestarsi se un bambino – non sia mai! – inventasse nuove parole (a me è capitato di viaggiare in treno e ascoltare centinaia di volte la parola “papimà” che una bambinella instancabile usava per riferirsi a quella che per lei era l’unità indistinguibile di papà e mamma) e quindi attentasse all’ortodossia linguistica: troppo pensiero laterale, meglio accorciare le briglie.

In queste cose, si sa dove si inizia e non si sa dove si finisce: non sarebbe meglio non iniziare affatto?