L’ennesimo convegno “imperdibile” e la cottura del razzo (di Riccardo Radi)

Difficilmente vado ai convegni ma alle volte non si può dire di no e recentemente mi sono dovuto sedere in prima fila in un “consesso di alto livello” (così nel post di presentazione) organizzato da un amico fraterno.

Ho la cattiva abitudine di arrivare sempre in orario anche se sono romano de Roma ma che volete, nessuno è perfetto.

Mi siedo nell’aula vuota in prima fila e attendo l’inizio dell’imperdibile convegno.

Dopo i trenta minuti canonici di ritardo, ho iniziato a sciropparmi i saluti istituzionali e come ben si sa un saluto tira l’altro e dopo dieci, dicasi 10, interventi per salutare tutto il mondo umanoide ed anche l’animale è iniziato il convegno.

Da quando ero giunto erano trascorsi 66 minuti, il mio limite di sopportazione alle vuote parole, era stato abbondantemente superato e di conseguenza la mia posizione sulla sedia era di uno scattante centometrista allo start.

Mentre da temprato giaguaro mi accingevo al balzo liberatorio mi sento chiamare: “Riccardo che mi dici? È interessante? Ora iniziano a parlare i relatori” era l’ex amico che si siede vicino.

A questo punto mi sovviene l’immagine di Fantozzi alle prese con la corazzata Potemkin e il suo grido liberatorio ma … mi mordo la lingua e mantengo un compunto silenzio.

Tra me e me penso che, se dopo 66 minuti + 30 minuti di ritardo = 99 devono iniziare ancora i relatori, si farà notte fonda.

Leggo distrattamente la locandina dell’imperdibile convegno e sobbalzo: sono previsti otto interventi di pensierosi e meditabondi relatori (equamente distribuiti con il bilancino della mai tramontata regola Cencelli) e il primo di questi inizia con voce monocorde la lettura degli articoli del Codex Canonum Ecclesiarum Orientalum e tu assorto nei tuoi pensieri ti lascia andare ad un salvifico …