Mauro Trogu inizia la collaborazione con Terzultima Fermata parlandoci dell’ingenuità dell’avvocato e dell’imputato innocente dentro le aule dei tribunali e del rischio di dissociazione cognitiva che comporta.
Mauro è un avvocato infaticabile che unisce alla preparazione una dote sempre più rara … l’umanità e il senso del dovere e noi di Terzultima Fermata ci riteniamo fortunati di averlo incontrato e di esserci “piaciuti” reciprocamente.
“L’ingenuità che un avvocato deve scrollarsi di dosso il prima possibile è l’idea che dentro le aule dei tribunali le cose vadano come dovrebbero andare secondo i libri su cui ha studiato.
Se non gli riesce di farlo in fretta, corre il serio pericolo di vivere in un costante stato di dissociazione cognitiva, in cui l’aspettativa non trova mai soddisfazione nella realtà, mettendo a dura prova la sua capacità di assorbire e metabolizzare quel che accade attorno mentre lavora.
Io non ci sono riuscito, soffro nel non vedere le cose andare come dovrebbero, e per questo a tratti sento forte il desiderio di cambiare lavoro, ma prima devo concludere una faccenda, figlia di quella mia ingenuità.
L’ingenuità da cui, invece, deve rifuggire ogni imputato innocente è quella che lo spinge a credere che, in quanto innocente, non potrà essere condannato, perché ci sarà un giudice che gli crederà, che saprà valutare con oggettività tutte le prove e liberarlo dal peso dell’accusa ingiusta”
da “Io Sono Innocente” di Beniamino Zuncheddu e Mauro Trogu editore DeAgostini.
Mauro, oramai sei dei nostri, ed ora ci aspettiamo almeno un articolo al giorno.
Credito fotografico: l’immagine a corredo del post, che riproduce la copertina del libro “Io sono innocente”, è tratta dal sito web della De Agostini libri, a questo link.
