Quando i pubblici ministeri volevano rimanere sullo scranno in alto per distinguersi dagli avvocati in quanto rappresentanti dello Stato.
Siamo nell’ottobre del 1989 e il nuovo codice pone la questione di far percepire, almeno visivamente, una parità tra la pubblica accusa e la difesa e si discute della nuova topografia dell’aula.
Il dott. Armando Spataro, PM a Milano, scrive al quotidiano Il Giornale per esternare il suo “disappunto” sulla novità prospettata di doversi sedere sullo stesso tavolo degli avvocati in quanto rappresentante dello Stato.
Spataro ritiene che il suo posto debba rimanere lo scranno in alto perché si deve percepire visivamente che il PM è lo Stato.
La risposta del Prof. Avv. Gustavo Pansini non ammette commenti per la sua efficacia, è sufficiente la chiosa finale: “Desidero che i banchi restino separati, perché anche visivamente si percepisce che io, AVVOCATO, sono il difensore della libertà”.
