“Sono un giovane avvocato o così si dice anche se essere definito “giovane” a 34 anni mi sembra ridicolo.
Ho iniziato a 26 anni la professione, dopo essere stato accolto in uno studio come un figlio e devo ringraziare l’avvocato che mi ha insegnato la professione che era anche di mio padre prima che ci lasciasse prematuramente.
Scrivo questa lettera a Terzultima Fermata perché mi accompagnate quotidianamente nella professione che amo con il vostro modo di scrivere chiaro ed utile.
Cari Dottor Giglio e collega Radi mi trovo ad un bivio della mia vita e devo scegliere se rimanere avvocato o lasciare la professione per un posto fisso.
Ho vinto un concorso e devo decidere cosa fare ed ho bisogno di tutti i pareri delle persone che stimo e chi meglio di voi che siete una voce libera può darmi un conforto?
Intorno a me vedo molto scontento e poche certezze per il futuro, il fatturato diminuisce e le spese professionali aumentano, basti pensare agli oneri previdenziali.
Non sono più un giovane avvocato per la Cassa ed è giusto che sia così, mio padre a 32 anni era già padre di tre figli e svolgeva la professione con passione e sempre con il sorriso anche se non veniva da una famiglia di avvocati.
Io sono ad un bivio perché ho avuto la possibilità di utilizzare una serie di agevolazioni, in ragione della difficoltà di corrispondere all’ente previdenziale, sin dall’iscrizione, la contribuzione integrale.
In buona sostanza la Cassa Avvocati, mi ha concesso un tempo, ritenuto congruo, per crearmi un proprio giro d’affari ed affermarmi professionalmente.
Questo tempo l’ho utilizzato giorno per giorno per riuscire a crescere professionalmente, ho svolto le difese di ufficio non ho mai rifiutato una domiciliazione o una richiesta di sostituzione alle udienze da parte di colleghi più anziani.
Ciò nonostante oggi non sono in grado di poter decidere serenamente se rifiutare un posto fisso o continuare la professione.
Forse sono un fallito?
Perché oggi mi ritrovo a dover decidere se lasciare la professione perché non sono riuscito a crearmi quel giro di affari che mi permetterebbe di affrontare il presente e il futuro con serenità eppure sono, per la mia categoria, ancora un giovane avvocato ma in realtà sono un uomo che cerca certezze ma sono assalito da molti dubbi e perplessità.
Dubbi che potrebbero essere condensati nella parafrasi di un celebre quiz televisivo di Mike Bongiorno: Lascio o raddoppio?”.
Caro lettore, ti ringraziamo innanzitutto per la tua considerazione ma noi di Terzultima non abbiamo la risposta che cerchi.
Anche noi non abbiamo certezze del presente e figurarsi per consigli avveduti per il tuo futuro.
Possiamo solo dirti che non sei un “fallito” ma una persona consapevole e al tuo quesito: Quitte ou double?
Rispondiamo vai dove ti porta il cuore e, forse, non sbaglierai.
