L’avvocato si affida al giudice convinto della “leale collaborazione processuale” ma rimane … male (di Riccardo Radi)

Avvocati quante volte vi è capitato di “affidarvi” al giudice che vi ha fatto “capire”, o almeno vi è sembrato di capire, le sue intenzioni in merito alla decisione?

Avvocato vogliamo acquisire la dichiarazione? “frase accompagnata da uno sguardo di intesa o “avvocato ma che li facciamo venire a fare questi testi?” con uno sguardo ammiccante.

Personalmente sono portato a diffidare dei messaggi subliminali dei magistrati, sarà per la vecchiaia e per i tanti anni trascorsi in aula, sarà che sono diffidente e mi fiderei di pochi anzi pochissimi giudici me ne vengono in mente tre … non di più.

Oggi raccolgo lo sfogo – Terzultima Fermata è divenuta una sorta di confessionale – di una collega che mi segnala una vicenda processuale avvenuta in un tribunale di provincia.

Mi scrive che ha passato le feste di Natale in uno stato di prostrazione per quanto accaduto che in breve si può riassumere così:

Buongiorno e buone feste Riccardo.

Ti racconto quello che mi è accaduto all’ultima udienza che ho avuto prima di Natale. 

Difendevo una donna indagata per falsa testimonianza. 

Aveva risposto di non avere rapporti con il marito dell’imputata ad una udienza in cui era persona offesa del reato di molestie. 

Invece l’imputata l’aveva molestata proprio perché era stata l’amante del marito.

Il PM riceve la denuncia dell’imputata per falsa testimonianza e chiede archiviazione 

Il GIP accoglie opposizione della moglie tradita (inammissibile!) E dispone di acquisire la sentenza di condanna del processo per molestie dove la mia aveva omesso di avere la relazione extra coniugale.

Il PM richiede per la seconda volta l’archiviazione e il Gip dispone l’imputazione coatta

Si arriva all’udienza e il PM anticipa per le vie brevi che chiederà l’assoluzione in caso di definizione allo stato degli atti, a questo punto mi “convinco” anche per l’atteggiamento del giudice e decido di richiedere l’abbreviato.

Il giudice dispone un rinvio per la discussione e all’udienza di rinvio il clima cambia radicalmente.

C’è un altro pubblico ministero che chiede la condanna e il giudice la dispone tra l’incredulità della collega che esclama ma la “leale collaborazione processuale”?

Risposta: “Vale per voi. Noi fino a quando ce lo permetteranno siamo liberi di cambiare idea”.

Le parole finali della collega: “Sono rimasta basita e quasi scioccata ed ho constatato che sono liberi si anche di indurre la difesa a fare un affidamento processuale.

Mi sento distrutta e sono anni che svolgo la professione ma non avrei mai pensato di arrivare a questo

Raccolto lo sfogo noi possiamo ricordare che quasi sempre i proverbi sono dettati dall’esperienza di vita ed allora: “Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio“.

Potersi fidare di qualcuno è una bella sensazione ma occorre sempre conservare una piccola dose di diffidenza se non si vuole incorrere in spiacevoli sorprese.