L’avvocato sposato con un avvocato e l’avvocato sposato con un non avvocato: differenze (di Giovanna Bellizzi)

L’avvocato sposato con un avvocato ha indubbi vantaggi e tra questi, appunto, quello di avere come coniuge un avvocato.

Egli, l’avvocato sposato con un avvocato, può condividere con l’altra metà del cielo e collega, dubbi, preoccupazioni, scadenze, interpretazioni giuridiche e tutto quello che consegue dalla professione.

Se quindi, l’avvocato sposato con un avvocato ha solo vantaggi rispetto all’avvocato NON sposato con un avvocato, potremmo essere portati a sostenere che quest’ultimo non ha nessuno dei vantaggi sopra elencati.

A bene vedere, invece, l’avvocato sposato con un non avvocato, ha gli stessi vantaggi e benefici dell’avvocato spostato con un avvocato, solo che i predetti benefici vanno “letti al contrario“, per cui egli non avendo come coniuge un collega, non potrà condividere ansie e preoccupazioni conseguenti dal lavoro.

Non potrà mai confrontarsi con il coniuge/collega su dubbi, incertezze, ansie giuridiche, e non potrà svegliarlo mai nel cuore della notte per chiedergli se i termini a ritroso si calcolano ora anche per le cause civili a decorrere dal 1° gennaio 2023 e neppure potrà svegliarlo alle 2.00 di notte per domandargli se nel processo amministrativo o penale ci vuole la firma CADES oppure quella PADES.

Insomma, a ben vedere e meglio riflettendo, i vantaggi non sono tanto da ricercare per l’avvocato sposato con coniuge avvocato o con coniuge non avvocato.

I veri vantaggi vanno quindi riscontrati e attribuiti solo al coniuge non sposato … con un avvocato.