Avvocato avvisato telefonicamente alle ore 00,45 per partecipare all’udienza fissata alle ore 10,00 a 487 km di distanza dal suo studio, se non dispone di un elicottero sono fatti suoi e dell’assistito che lo ha nominato.
La cassazione sezione 5 con la sentenza numero 44890 depositata l’8 novembre 2023 ha ribadito che in tema di convalida dell’arresto e giudizio direttissimo davanti al giudice del dibattimento, l’estrema ristrettezza dei tempi del procedimento, connessa allo “status custodiae”, non richiede che l’avviso dell’udienza sia oggetto di formale notificazione al difensore, dovendo ritenersi sufficiente l’avviso dato dalla polizia giudiziaria al difensore oralmente.
Nel caso esaminato il difensore di fiducia dell’imputato lamentava di aver ricevuto una telefonata effettuata dalla polizia giudiziaria alle ore 00:45 del 1 luglio 2022 che non avrebbe consentito al difensore, dimorante in Caserta, di raggiungere il Tribunale di Rimini per partecipare all’udienza di convalida e al giudizio direttissimo fissato alle ore 10.00 del medesimo 1 luglio 2022.
Certo risulta non facilmente praticabile organizzarsi per riuscire a percorrere i 487 km che segnano la distanza tra Caserta e Rimini ma la cassazione sottolinea che: “le difficoltà connesse agli spostamenti del difensore non danno luogo ad alcuna nullità che, in ogni caso, non avrebbe carattere assoluto”, in soldoni sono affari tuoi e dell’assistito che ti ha nominato.
La Suprema Corte si è trincerata dietro il principio che in tema di convalida dell’arresto e giudizio direttissimo davanti al giudice del dibattimento, l’estrema ristrettezza dei tempi del procedimento, connessa allo “status custodiae”, non richiede che l’avviso dell’udienza sia oggetto di formale notificazione al difensore, dovendo ritenersi sufficiente l’avviso dato dalla polizia giudiziaria al difensore oralmente (Sez. 6, n. 10508 del 28/02/2001, Rv. 218438; Sez. 4, n. 12252 del 19/01/2005, Rv. 231214; Sez. 4, n. 31454 del 25/06/2008, Rv. 241900 – 01).
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