La Riforma Cartabia darà una “mazzata” all’avvocatura e inciderà sui diritti di difesa: le parole profetiche di Franco Coppi (di Riccardo Radi)

Comprimere i diritti della difesa in appello e in cassazione e non incidere decisamente sull’udienza preliminare e sul suo surrogato dell’udienza predibattimentale introdotta dall’articolo 554 bis cpp, renderanno molto incerto il futuro dell’avvocatura che “mi sembra molto sacrificato rispetto ai diritti di difesa”. Le parole profetiche del prof. Franco Coppi che ci permettiamo di ricordare.

Il 29 novembre 2022 il decano degli avvocati italiani in una breve intervista disse: “Dopo più di 50 anni passati nei tribunali vedo con preoccupazione il futuro dell’avvocatura, che mi sembra molto sacrificato rispetto ai diritti della difesa in Appello e in Cassazione.

Non credo possa contare su contributi significativi alle storture della giustizia, anche perché sono così tante e tali che non si può pensare di risolverli con questo tipo di provvedimento”.

Le parole di Coppi si riferivano alla riforma Cartabia, secondo il Professore per provare a diminuire il carico dei processi non bisogna rendere arduo se non impossibile la richiesta di giurisdizione in appello e in cassazione ma incidere decisamente al primo vaglio del giudicante: “servirebbe la riforma dell’udienza preliminare ma non un semplice gioco di parole.

Bisogna prendere atto che l’istituto è fallito.

Bisogna pensare a come sostituirlo, anziché ritoccarlo”.

Per diminuire la mole dei processi era ed è necessario eliminare nella fase preliminare la marea di processi inutili istruiti spesso con i piedi dalle nostre Procure della repubblica.

Era il 29 novembre 2022 e a distanza di un anno l’avvocatura comincia a rendersi conto della “mazzata” ricevuta e i cittadini della limitazione palpabile dei loro diritti di difendersi in tre gradi di giudizio.