Giustizia “closed” per carenza di personale (di Riccardo Radi)

Si può chiudere l’accesso alla giustizia con una circolare?

Sembra proprio di sì ed oggi parliamo di una vicenda assai singolare.

Una città di 200.000 abitanti ha avuto per 12 mesi l’ufficio decreti ingiuntivi del Giudice di Pace chiuso su disposizione del presidente del locale tribunale.

Fino a ieri, davanti all’ufficio decreti ingiuntivi del giudice di Pace c’era un cartello chiuso fino al 31 dicembre 2023.

Siamo a Prato e la storia inizia con la scomparsa prematura dell’unica addetta all’ufficio decreti ingiuntivi del Giudice di Pace, dopo qualche mese di funzionamento a singhiozzo il presidente del tribunale di Prato, era fine febbraio del 2023, disponeva la chiusura dell’ufficio decreti ingiuntivi al giudice di pace almeno fino al 31 dicembre di quest’anno per “mancanza di personale”.

Le proteste degli avvocati e dei cittadini non hanno sortito effetto ed allora è stato presentato un doppio ricorso al Tar da parte dell’Ordine degli Avvocati di Prato, uno contro l’assordante silenzio da parte del ministero della Giustizia sulla condizione in cui versano gli uffici giudiziari pratesi sotto il profilo di personale, l’altro contro il provvedimento assunto dal presidente del tribunale.

Entrambi i ricorsi sono stati respinti dal Tar ma almeno hanno acceso un faro sul caso.

A intervenire è stato direttamente il Csm che di fatto ha annullato il provvedimento del presidente del tribunale, sono trascorsi 8 mesi ma è risaputo che in Italia tutto procede con ritmi lumacheschi.

In concreto poco si è risolto, perché nel lungo tempo trascorso non è stato assunto nessuno ed allora la classica soluzione tampone che rischia di diventare definitiva.

D’altronde come scriveva Giuseppe Prezzolini: “In Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio” in Codice della vita italiana, 1921

Un distacco temporaneo di una volenterosa dipendente dal tribunale e “L’estensione del processo telematico al giudice di pace nel giugno scorso, in seguito alla riforma, ha sbloccato la situazione – ha detto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Prato, Marco Barone – Le cose si sono semplificate e velocizzate. Noi chiedevamo al ministero non solo di aggiornare la pianta organica alle reali esigenze del tribunale di Prato ma anche di inviare più personale“.

Ricordiamo che al giudice di pace c’è una scopertura di organico del 70%, quattro dipendenti al lavoro sui 15 previsti in pianta organica.