Nella professione a chi non è capitato di sentirsi dire da un assistito “un suo collega mi ha detto che…”?
C’è sempre il mago di turno sull’uscio pronto a denigrare l’operato degli altri per proporsi come nuovo difensore.
Il Consiglio Nazionale Forense si è occupato con la sentenza numero 139/2023 di un avvocato che su WhattsApp ha criticato l’operato del collega per subentrare nella difesa.
Il procedimento traeva origine da un esposto dell’Avv. [AAA] -al quale veniva allegata la riproduzione dei messaggi WhatsApp intercorsi tra l’Avv. [RICORRENTE] ed il di lui cliente, Sig. [DDD]- con cui si contestava all’Avv. [RICORRENTE] di aver tenuto comportamenti di rilievo disciplinare sostanziatisi nel tentativo, non riuscito, di subentrare nella difesa penale della Sig. [CCC], difesa dall’esponente.
Si contestava la violazione dell’art. 19 del Codice Deontologico Forense per avere espresso giudizi di valore in termini di critica nei confronti dell’operato della Collega [AAA] e per aver tentato di far subentrare l’Avv. [BBB] nella difesa della Sig. [CCC], già difesa dall’Avv. [AAA], ciò anche attraverso messaggi whatsapp inviati al proprio cliente Sig. [DDD] in data 05/06/2018 e 06/06/2018 e con i quali afferma “…dobbiamo trovare il modo di scavalcarla senza farla insospettire. Lunedì appena rientrato in studio ci incontriamo e ti spiego come.
Tranquillo, facendo a modo mio, la libereremo in due settimane … la [CCC] deve togliere il mandato alla [AAA] e darlo ad una mia collega ([BBB]). In realtà seguirò io la vicenda, dando una mano a questa mia collega …
Ho infatti capito che la [AAA] vuole adottare una strategia attendista. Legittimo, ma così facendo la [CCC] rischia di rimanere ai domiciliari a lungo (parecchio a lungo; per me almeno un anno) … tranquillo, l’Avv. [BBB] è brava e io che già conosco l’inchiesta, le dirò come muoversi e comportarsi … quando sai qualcosa fammelo sapere che avviso la [BBB] (lei non sa ancora chi sia la [CCC] e prima vorrei parlargliene nel dettaglio”
Il procedimento traeva origine da un esposto dell’Avv. [AAA] -al quale veniva allegata la riproduzione dei messaggi WhatsApp intercorsi tra l’Avv. [RICORRENTE] ed il di lui cliente, Sig. [DDD]- con cui si contestava all’Avv. [RICORRENTE] di aver tenuto comportamenti di rilievo disciplinare sostanziatisi nel tentativo, non riuscito, di subentrare nella difesa penale della Sig. [CCC], difesa dall’esponente.
Della serie WhatsApp va usato con cautela.
2023-139.pdf (codicedeontologico-cnf.it)
