Avvocato, che tu sia leone o gazzella ti tocca sempre correre (di Riccardo Radi)

La professione legale non ha paracaduti o stampelle che aiutano o sorreggono nei momenti di difficoltà e quando le avversità della vita mettono alla prova.
Gli avvocati devono in primo luogo augurarsi di godere sempre di buona o almeno discreta salute.
Siamo leoni o gazzelle che al mattino iniziano a correre.
Non possiamo permetterci il lusso di star male.
Questa mattina mi sono svegliato con la sciatica ma a fatica sono in piedi e pian piano andrò in tribunale dove ho udienza.
Non chiamo il medico di famiglia che non mi ha mai visto se non la prima volta che ci siamo presentati, al più riceve periodiche richieste di medicinali contro la pressione alta e l’ulcera allo stomaco che sembrano essere le patologie principali degli avvocati.
Quanti di noi hanno conosciuto la malattia e ciò nonostante spesso abbiamo accelerato cure e convalescenza per ritornare al lavoro per quel senso del dovere e amore della professione che raramente ci viene riconosciuto.
Per la vita degli avvocati la metafora del leone e della gazzella è più che mai azzeccata.
Non perché siamo competitivi ma perché non possiamo non correre se vogliamo sopravvivere.
Ogni giorno, in Africa, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più veloce del leone se non vuole fargli da pasto.
Ogni giorno, in Africa, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della gazzella se non vuole saltare il pranzo.
Non importa che tu sia leone o gazzella, al mattino inizia a correre e non smettere fino a sera.