Tra i vantaggi di un blog c’è che chi legge non si aspetta pesantezze. E allora via in libertà.
Poche settimane e sarà il tempo di Halloween e delle streghe. Ecco, le streghe. Una parola che viene istintivo abbinare alla caccia.
Caccia alle streghe
Oggi se ne parla per intendere crociate di maggioranze intolleranti contro minoranze accusate di nefandezze inesistenti ma in passato quell’espressione ebbe un significato letterale.
Tra il quindicesimo e il diciottesimo secolo, con l’accurata e implacabile regia della Chiesa cattolica e di quel suo famigerato braccio armato che fu la Santa Inquisizione, migliaia e migliaia di donne in Occidente e nel Nordamerica furono accusate di stregoneria e quindi incarcerate, processate, torturate e mandate a morte (preferibilmente bruciate sul rogo ma non si disdegnarono altre forme di esecuzione come lo strangolamento, lo squartamento e qualunque altro mezzo fosse suggerito dalla fantasia dell’inquisitore di turno).
L’accusa più frequente era la pratica di magia nera, frutto di un patto con Satana, che avrebbe consentito alle streghe di eseguire malefici nei confronti di chiunque volessero.
La persecuzione delle presunte streghe si diffuse così tanto da giustificare la scrittura e l’uso di un manuale del perfetto inquisitore denominato Malleus maleficarum, Il martello delle streghe.
In realtà le donne che subirono questo martirio furono identificate come streghe essenzialmente a causa della loro divergenza dall’unico modello femminile accettato in quei secoli oscuri e intolleranti.
Erano donne invise alla comunità di cui facevano parte, e per ciò stesso oggetto di dicerie malevole, perché non sufficientemente devote o perché tenevano costumi di vita giudicati inappropriati o per un desiderio di libertà che confliggeva con l’idea comunemente accettata di donne sottomesse e sotto tutela maschile.
Soprattutto, furono perseguitate le donne detentrici di sapere, massima forma concepibile di devianza. Era sufficiente che conoscessero le virtù delle erbe medicinali o manifestassero curiosità verso le scienze o amassero la lettura o – Dio non voglia! – dubitassero del pensiero corrente e avessero la sfrontatezza di dichiararlo pubblicamente.
È corretto allora riconoscere che la caccia alle streghe fu un gigantesco e brutale femminicidio. Ed ebbe ragione Voltaire quando disse che “Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle”.
Oggi, disgraziatamente, basta leggere le cronache e magari i periodici rapporti ISTAT per sapere che sono ancora tra noi l’odio, l’intolleranza, addirittura la paura verso le donne e tutto ciò che le fa tali, verso la loro intelligenza e il loro cuore, verso le loro capacità e la loro ascesa professionale.
Constatiamo ogni giorno gli effetti di questi sentimenti negativi e dobbiamo con vergogna concludere che la piaga del femminicidio, delle altre violenze e delle limitazioni inflitte alle donne è ancora tra noi. Abbiamo come unica possibilità di risposta la nostra voce e come strumento questo blog: intendiamo usarli.
