Chi è il giudice? (di Riccardo Radi)

A questa semplice domanda proviamo a rispondere con le parole del magistrato Federico Tomassi che tratteggia così la figura del giudice normale, non ideale ma quello che ognuno di noi auspica di incontrare, se proprio si deve, in una aula di tribunale per aver fiducia e non aver paura della giustizia.

Utopia?

Realtà?

Direte voi dopo aver letto queste poche righe.

A furia di parlare e di sentir parlare dei magistrati-star, ci siamo dimenticati di tutti gli altri …Ci siamo dimenticati della maggioranza silenziosa, delle api-operaie che mandano avanti la giustizia.

Questa è la storia di un Pretore mandamentale, che cercava di essere un buon giudice lavorando in silenzio, con equità e senza troppi mezzi.

Qualcuno dice che è un magistrato impossibile.

Eppure esiste, è esistito; come lui e meglio di lui ce ne sono tanti in Italia e in tutti i Paesi del mondo. Ma sono sconosciuti.

Chi è il vero giudice?

Non il Pubblico Ministero, che è parte, pur essendo magistrato: ha il ruolo dell’accusatore o, se si vuole, dell’attore.

Il giudice è il magistrato che decide, che scrive le sentenze.

Il giudice vero è un buon artigiano che ricuce in silenzio il tessuto sociale strappato, senza conferenze stampa e senza apparire in TV.

Un giudice che lavora sempre, anche in uffici scomodi e stretti.

Al contrario i magistrati-star, soprattutto PM, hanno talora ambizioni politiche, vogliono fare i deputati o i senatori.

E non mancano coloro che, con questo sistema, riescono ad avere due stipendi.

E vivono felici e contenti; ma, nel loro animo, non sono più né magistrati né giudici

Federico Tomassi, Il giudice che rubava le rose, Editore Novecento, 1996.