L’avvocato che vince la causa (di Giovanna Bellizzi)

L’avvocato che vince la causa, soprattutto se particolarmente complessa, si sente per qualche tempo il migliore in assoluto.

Egli, l’avvocato che vince la causa, spesso ma non sempre rilegge con attenzione la sentenza e trova compiacimento quando ritrova, in alcuni passaggi, gli argomenti tanto a lungo sostenuti e approfonditi, così tanto approfonditi e validi da essere accolti senza alcun tentennamento dal giudice.

La questione era chiara ed egli, l’avvocato che vince la causa, si sente lieto e sereno di aver adempiuto al suo dovere professionale.

Unica pecca di tanto gioire è la compensazione delle spese di lite che il giudice giustifica con la complessità della causa.

A questo punto l’avvocato che vince la causa subisce un conflitto straziante tra l’apprezzamento del giudice che ben ha compreso la questione e il disappunto fortissimo perchè il giudice compensando le spese di lite non ha proprio capito nulla della questione.

A ben vedere l’avvocato che vince la causa con la compensazione delle spese di lite prova gli stessi sentimenti dello sposo che il giorno prima del matrimonio ha annullato il matrimonio con la fidanzata traditrice seriale evitando un’unione disastrosa e tutti i parenti lo consolano dicendogli “meglio così”.

Certo meglio così ma chissà perché, se è meglio così, ci si sente peggio così, avendo sì vinto la causa ma con la compensazione delle spese di lite?

Sorge così il dubbio all’avvocato che vince la causa ma con la compensazione delle spese di lite, che non solo egli si sente come lo sposo tradito ma forse, in fondo e a ben vedere, lo è sposo tradito, deluso e  forse anche ingannato, senza neppure la consolazione di aver almeno evitato un matrimonio fallimentare.