Spaccio: gli indici rivelatori (di Riccardo Radi)

Si susseguono le sentenze della Suprema Corte in materia di stupefacenti, spesso con decisioni contrastanti gli Ermellini indicano gli “indici rivelatori” della destinazione allo spaccio.

In tema segnaliamo la sentenza 16810/2022 e la sentenza n. 47015 del 10 novembre 2021, in entrambe si indica che la prova della destinazione a uso non esclusivamente personale della droga va desunta da una serie di indici sintomatici quali:

  • la quantità dello stupefacente (Sez. 6, n. 11025 del 06/03/2013 – dep. 08/03/2013, Rv. 255726), elemento che acquista maggiore rilevanza indiziaria al crescere del numero delle dosi ricavabili (Sez. 3, n. 46610 del 09/10/2014, dep. 12/11/2014, Rv. 260991);
  • la qualità soggettiva di tossicodipendente;
  • le condizioni economiche del detentore;
  • le modalità di custodia e di frazionamento della sostanza;
  • il ritrovamento di sostanze e di mezzi idonei al taglio e al confezionamento delle dosi;
  • il luogo e le modalità di custodia (Sez. 4, n. 36755 del 04/06/2004 – dep. 17/09/2004, Rv. 229686).