L’avvocato polemico a corrente alternata, si lamenta, sbuffa, contesta e polemizza con gli altri colleghi, circa lo stato della giustizia.
Egli non perde occasione per ricordare quanto era migliore e più efficiente la giustizia prima dell’avvento dei giovani avvocati e dei giovani magistrati o, almeno, quanto erano meno evidenti le contraddittorietà.
L’avvocato polemico a corrente alternata stigmatizza l’arroganza dei giudici, la loro mancanza di puntualità, il perduto rigore intellettuale ma, soprattutto, la mancanza di rispetto della classe forense.
Il suo dire è affascinante anche se con un certo retrogusto di cose già sentite mille volte e altrettante dette, ridette e denunciate.
L’avvocato polemico a corrente alternata dà il meglio di se quando i suoi strali trovano un piccolo uditorio fatto di colleghi pronti a fare a gara per lamentare anche loro questa o quella ingiustizia, quello o l’altro affronto all’equità, questa o quella maleducazione di cancellieri e magistrati, quella o questa mancanza di rispetto della classe forense.
La situazione è inaccettabile e non più tollerabile per l’avvocato polemico a corrente alternata che essendo tale, ossia a corrente alternata, ribadisce con sdegno e rinnovata convinzione la sua indignazione mentre saluta con ossequio il magistrato che inizia l’udienza con un ritardo di due ore e senza cogliere alcuna contraddittorietà nel suo dire e soprattutto … nel suo fare.
