Riconoscimento: ha valore di indizio grave e preciso quello fatto dalla polizia giudiziaria su fotogrammi derivati dalle registrazioni delle telecamere di sicurezza (di Vincenzo Giglio)

Cass. pen., Sez. 4^, sentenza n. 25569/2023, udienza pubblica dell’1° marzo 2023, chiarisce, in accordo ad un indirizzo giurisprudenziale consolidato, che il riconoscimento dell’imputato nel soggetto ritratto nei fotogrammi estratti dalla registrazione effettuata dalle telecamere di sicurezza presenti sul luogo di consumazione del delitto, operato da parte del personale di polizia giudiziaria che vanti pregressa personale conoscenza dello stesso, ha valore di indizio grave e preciso a suo carico, la cui valutazione è rimessa al giudice di merito (Sez. 2^, n. 15308 del 07/04/2010, Rv. 246925-01; sul punto anche Sez. 2^, n. 42041 del 27/06/2019, Rv. 277013 – 01, così massimata: “Il riconoscimento dell’imputato nel soggetto ripreso in un filmato registrato dalle telecamere di sicurezza presenti sul luogo di consumazione del delitto, operato dal personale di polizia giudiziaria, ha valore di indizio grave e preciso a suo carico, la cui valutazione è rimessa al giudice di merito (fattispecie relativa al riconoscimento dell’imputato effettuato attraverso i tratti somatici, le movenze, alcune particolari caratteristiche quali un tatuaggio, oltre alla corporatura e all’altezza).

Tale condivisa linea interpretativa conduce a riconoscere valore indiziante alla individuazione derivante dalla comparazione tra immagini su base esclusivamente percettiva ed a legittimare l’efficacia dimostrativa della percezione diretta nei casi in cui la sovrapponibilità dei tratti sia di tale evidenza da non richiedere l’analisi antropometrica.

Ammessa la valenza indiziante del riconoscimento su base percettiva, deve conseguentemente escludersi la possibilità di rivisitare in sede di legittimità una valutazione che resta evidentemente confinata nel perimetro del merito.