Maltrattamenti in danno di minori: configurabili anche se la vittima non manifesti reazioni sintomatiche da stress post-traumatico (di Riccardo Radi)

La cassazione sezione 6 con la sentenza numero 21111 depositata il 17 maggio 2023 ha stabilito il seguente principio di diritto: “in presenza di condotte obiettivamente maltrattanti perché caratterizzate  da violenza fisica o psichica, da eccessiva aggressività verbale, o comunque, da connotazione umiliante per la vittima, il reato si configura anche nel caso in cui quest’ultima, in ragione del suo insufficiente grado di maturità psichica, non la percepisca come lesive della sua personalità e, di conseguenza, non manifesti reazioni sintomatiche da stress post-traumatico”.

La Suprema Corte ha evidenziato che il delitto di maltrattamenti non è un reato di evento, ma di condotta. Perché esso si configuri, dunque, è sufficiente che il comportamento dell’agente sia idoneo sotto il profilo oggettivo a determinare nella vittima l’anzidetta condizione di sofferenza psico-fisica non semplicemente transitoria, ma non anche che tale stato emotivo concretamente si realizzi e si manifesti.

Semmai così fosse, infatti, si finirebbe per conferire alla fattispecie una connotazione relativistica, in ragione della diversa sensibilità della vittima o del suo grado di resistenza psichica individuale: dato, quest’ultimo, tuttavia legato ad una serie di variabili non predeterminabili ed eterogenee (non soltanto, cioè, fisiche e psicologiche, ma anche sociali e culturali), che finirebbe per assegnare o meno penale rilevanza a condotte oggettivamente identiche, in tal modo inficiando la tassatività della disposizione incriminatrice, peraltro mediante l’introduzione di un elemento da essa non richiesto, cassazione sezione 6 numero 809 del 17 ottobre 2022, depositata 2023, Rv 284107.

Del resto, per quel che riguarda specificatamente i maltrattamenti verso bambini, costituisce espressione di una medesima lettura normativa, muovendo anch’essa dalla necessità e sufficienza di una condotta oggettivamente maltrattante, la giurisprudenza formatasi in tema di c.d. “violenza assistita”, secondo cui il reato si configura nei confronti dell’infante che assista alle condotte maltrattanti poste in essere in danno di altri componenti della famiglia qualora esse siano idonee ad incidere sul suo equilibrio psico-fisico (Cassazione sezione 6 numero 27901 del 22 settembre 2020).