Storie del 41-bis: andare in Cassazione per un pelapatate (di Vincenzo Giglio)

Cass. pen., Sez. 1^, sentenza n. 20155/2023, camera di consiglio del 16 novembre 2022, delimita gli scopi e i presupposti del reclamo giurisdizionale contro i provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria.

La vicenda e i motivi di ricorso

Un detenuto al 41-bis ha reclamato contro le limitazioni impostegli riguardo all’acquisto di generi di sopravvitto.

Il magistrato di sorveglianza ha respinto il suo reclamo.

Il detenuto ha ulteriormente reclamato dinanzi al tribunale di sorveglianza che questa volta ha accolto le sue ragioni e ordinato alla direzione della casa di reclusione competente di autorizzare l’acquisto, oltre che di un pelapatate, anche di singoli numeri di riviste a tiratura nazionale (con esclusione della stampa locale) in libera vendita e delle quali il reclamante faccia istanza mediante il mod. 393, fermo restando l’esercizio del visto di controllo ove previsto.

Il Ministero della giustizia, a mezzo dell’Avvocatura dello Stato, ha proposto ricorso per cassazione avverso tale ordinanza.

La decisione della Corte di cassazione

…Presupposti che legittimano il ricorso al reclamo giurisdizionale e compiti funzionali del magistrato di sorveglianza

L’art. 35-bis, comma 3, secondo periodo, Ord. pen., stabilisce che il magistrato di sorveglianza, nelle ipotesi di cui all’art. 69, comma 6, lett. b), Ord. pen., se accerta la sussistenza di «un attuale e grave pregiudizio all’esercizio dei diritti», ordina all’Amministrazione di porre rimedio entro il termine indicato dal giudice.

Il reclamo giurisdizionale di cui si parla ha, dunque, ad oggetto la verifica di un pregiudizio concreto e attuale sofferto dal detenuto in conseguenza di un comportamento dell’Amministrazione penitenziaria lesivo di una sua posizione di diritto soggettivo, che, pur in difetto di un espresso riconoscimento di legge, ben può consistere nella proiezione di un diritto intangibile della persona (Sez. 1^, n. 54117 del 14/6/2017, Rv. 271905).

In questa prospettiva, a fronte del reclamo proposto dal detenuto, il magistrato di sorveglianza è, innanzitutto, chiamato a procedere alla corretta qualificazione dello strumento giuridico azionato, verificando preliminarmente se sia configurabile, in relazione alla pretesa dedotta, una situazione di diritto soggettivo e se vi sia una correlazione tra tale posizione soggettiva e la condotta tenuta dall’Amministrazione penitenziaria. In caso di riscontro negativo, il reclamo deve essere qualificato come generico, trattandosi di materia che non rientra nelle previsioni di legge in tema di tutela giurisdizionale, e il relativo provvedimento deve essere ritenuto non impugnabile (Sez. 1, n. 28258 del 09/04/2021, Rv. 281998 – 01).

…Inesistenza nel caso di specie di un provvedimento lesivo di un diritto soggettivo

Nella specie, un detenuto in regime di 41-bis ord. pen. ha proposto reclamo contestando le restrizioni previste negli acquisti di prodotti del cd. sopravvitto, e lamentando l’esistenza di discriminazioni non giustificate rispetto ai detenuti in regime ordinario ed ha chiesto, tra l’altro, che gli fosse consentito l’acquisto di tutte le riviste, i libri e i quotidiani.

Tale reclamo appare del tutto generico e formulato come richiesta di riconoscimento della astratta possibilità di accedere alla disponibilità degli stessi prodotti consentiti ai detenuti in regime ordinario, evocando in modo del tutto generico l’acquisto di tutte le riviste, i libri e i quotidiani.

In particolare, non risulta esservi un provvedimento con cui l’Amministrazione abbia rigettato alcuna specifica richiesta avanzata dal ricorrente di accedere ad uno di tali beni.

Non vi era pertanto nella fattispecie alcun concreto provvedimento lesivo di una posizione di diritto soggettivo del detenuto, sicché non ricorrevano i presupposti per accedere alla tutela giurisdizionale prevista dall’art. 35-bis ord. pen.

Il Tribunale di sorveglianza, pur essendosi avveduto di ciò, e avendo correttamente qualificato il reclamo proposto come generico, non ne ha tratto le dovute conseguenze, dichiarandolo inammissibile. Al contrario, ha ordinato all’Amministrazione penitenziaria di autorizzare l’acquisto di singoli numeri di riviste a tiratura nazionale delle quali il detenuto faccia richiesta, in violazione degli artt. 35-bis e 69, comma 3, lett. b) ord. pen.

…Esito del ricorso

Conseguentemente, il provvedimento impugnato deve essere annullato senza rinvio limitatamente a tale statuizione, unica oggetto di impugnazione.