Se ne vale la pena (di Mari Miceli)

La Dr.ssa Mariangela (Mari) Miceli, avvocato, cultrice di diritto processuale presso l’Università di Palermo, coautrice di testi giuridici per Giuffrè e Dike, autrice di pubblicazioni scientifiche e contributor per il blog Econopoly24 del Sole24 ore, ci ha proposto una riflessione sul contrasto alla violenza di genere e sulle misure che potrebbero migliorarne l’efficacia, a partire dalla più accurata specializzazione degli operatori del diritto coinvolti nella sua attuazione pratica.

La pubblichiamo volentieri.

Nell’occuparmi nel corso degli anni di violenza di genere e di violenza contro le donne scomodo sempre Leonardo Sciascia, allorché, nel “giorno della civetta” fa pronunciare a Don Mariano le famose parole sull’umanità e quella parola piena di vento.

Vi chiederete cosa c’entra don Mariano, la mafia, con la violenza di genere.

Dal mio piccolo punto di vista Sciascia nella sua, diciamo, pur volgarità pittoresca, ma efficace, offre una catalogazione, concisa lapidaria non solo di un ambiente sociale ma della violenza criminale in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo.

Ecco perché parlo di umanità e di Sciascia nel contesto della violenza di genere.

Come noto la legge n.69 del 2019 ha introdotto il c.d. Codice rosso che ha innovato e modificato la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere, corredandola di inasprimenti di sanzione.

Da ultimo il Senato ha, approvato in prima lettura, il Codice rosso rafforzato, un disegno di legge che permette al Procuratore di revocare il fascicolo assegnato al Pm, qualora quest’ultimo non ascolti entro tre giorni una donna che abbia denunciato una violenza sessuale o domestica.

Anche in questa nuova lettura si chiede ancora una volta alle donne, già vittime, di esporsi ma a prezzo di quale tutela garantita?

Per capire il senso di questa mia domanda, facciamo un salto in Spagna, Paese che con Ley orgánica del 2004 è considerato tra i più avanzati a livello europeo e mondiale per il contrasto alla violenza di genere.

In Spagna, infatti, esistono 106 tribunali dedicati alla violenza di genere e altri 351 che si occupano del tema assieme ad altre questioni penali e civili. Questo vuol dire che esiste un apparo di giustizia non solo specializzato ma anche formato per affrontare questioni come la violenza di genere.

Così, la vittima ha di diritto l’accesso all’assistenza in tribunale gratuita, ha inoltre, la possibilità di potersi affrancare dal violento e andare via anche dalla casa familiare, perché le è garantito un alloggio di edilizia popolare ed a coloro che non hanno un reddito personale e che rischiano, per età, formazione, di non trovare una diversa collocazione nel mercato del lavoro, la Ley Orgánica garantisce l’attribuzione di un aiuto economico corrispondente a sei volte l’ammontare mensile dell’indennità di disoccupazione che coincide con una certa percentuale del salario minimo professionale.

Una tutela integrata, dunque, che non ritiene di inasprire le pene tout court ma che con l’inserimento di aggravanti, sussumibili alla tipologia di delitti di cui si discute, ha ritenuto la legislazione non più sufficiente a contrastare il fenomeno.

Così il legislatore spagnolo, già nel lontano 2004, ha dedicato una serie di interventi sia in ambito lavorativo che istituzionale ai diritti economici delle donne oggetto di violenza.

Ricordiamo che violenza fisica è quella che risalta di più ai nostri occhi, e con il femminicidio, apice di questa violenza, che costituisce soltanto l’ultimo atto ignobile di una serie di violenze perpetrate, ci si riferisce alla violenza economica e psicologica.

Sul punto sono molto scettica che il solo inasprimento delle pene possa essere davvero risolutivo, serve un piano di azione contro la violenza che abbracci un Patto di Stato contro la perpetrazione di un’immagine discriminatoria della donna e di essa come oggetto del maschilismo.

Servono interventi che non obblighino le donne alla vittimizzazione secondaria nel corso del processo, altro tasto dolente, per il quale le donne spesso sono restie a denunciare.

Serve una formazione adeguata sia dei magistrati che degli avvocati.

Serve fare rete.