Avvocati: Cassa Forense chiede di sospendere la stangata della quarta rata (di Riccardo Radi)

Sul sito di Cassa Forense è comparsa la notizia che “Cassa Forense insiste per la sospensione del contributo minimo obbligatorio di settembre”.

Un tentativo a dir il vero goffo di prendere le distanze ed arginare le proteste degli avvocati che in questi giorni hanno “scoperto” che la quarta rata del contributo minimo obbligatorio arriverà probabilmente alla cifra di euro 1.824,00.

Nella notizia riportata sul sito della Cassa si legge: “In ossequio a specifica delibera del Comitato dei Delegati in data 17 marzo 2023, il cda di Cassa Forense ha rivolto formale invito ai Ministeri Vigilanti a voler riesaminare il provvedimento con il quale questi ultimi di fatto impongono la riscossione del Contributo minimo integrativo obbligatorio per l’anno 2023.

L’Ente di previdenza degli Avvocati Italiani ha comunque presentato ricorso al Tar del Lazio per garantire la tutela più ampia dei diritti dei propri iscritti.

La vicenda, come noto, risale al marzo scorso, quando i Ministeri hanno negato l’approvazione della delibera del 16 settembre 2022 del Comitato dei Delegati che estendeva anche al 2023 l’esonero dal pagamento del contributo integrativo minimo, già sospeso nel periodo 2018/2022. 

La delibera in questione era funzionale all’entrata in vigore, a partire dal 2024, della riforma strutturale della Previdenza forense, già all’esame degli stessi Ministeri; l’esonero avrebbe comportato un costo stimato in circa 25 milioni di euro, cifra assolutamente compatibile con gli equilibri finanziari di lungo periodo dell’Ente.

Di parere diverso i Ministeri Vigilanti, di talché Cassa Forense si troverà dunque obbligata a mettere in riscossione, per il 30 settembre 2023, il contributo minimo, rivalutato a € 770,00, salva diversa decisione del Giudice amministrativo o ripensamento degli stessi ministeri vigilanti”.

Si può notare che si indica il “contributo minimo rivalutato a euro 770,00” per non creare il panico ma dovrebbe corrispondere ad euro 1.824,00.

Avevamo scritto su Terzultima Fermata che sarebbero aumentati i contributi previdenziali ed in particolare che la quarta rata sarebbe stata “pesante” ma non credevamo di tali proporzioni.

Sul sito della Cassa Forense si legge: “le prime 3 rate del contributo soggettivo minimo, a titolo di acconto, sono determinate sulla base della contribuzione minima non rivalutata in attesa dell’approvazione Ministeriale.

La 4 rata del contributo soggettivo minimo, a saldo, sarà determinata sulla base della rivalutazione, oltre il contributo di maternità.

La riscossione del contributo di maternità dell’anno 2023 è prevista, nel mese di settembre, con scadenza unica 30 Settembre 2023”.

Dalle asettiche parole ai numeri sconfortanti per coloro che risultano iscritti a Cassa Forense da più di 8 anni e sono obbligati a pagare i contributi minimi previdenziali interi, nella loro posizione personale potranno vedere che ora risulta da pagare il contributo minimo integrativo di € 770,00.

Pertanto considerato che le prime tre rate dei minimi che risultano da pagare attualmente ammontano ciascuna a euro 737, la quarta rata dei contributi minimi sarà di euro 1.824,00, non c’è che dire una bella stangata.

Nel frattempo, sempre dal sito web di Cassa Forense (a questo link), si apprende che è stato approvato il bilancio di esercizio per il 2022.

Queste le notizie di maggiore rilievo:

l’ente ha chiuso l’anno con un patrimonio netto superiore ai 16 miliardi di euro un avanzo di gestione superiore al miliardo;

il saldo positivo è dovuto sia al rendimento del patrimonio che al sostanziale aumento del gettito contributivo legato all’aumento del reddito degli avvocati che, nel 2021, è stato del 12% circa;

le entrate contributive hanno registrato complessivamente una variazione in incremento di oltre 288 milioni di euro rispetto al 2021.

La Cassa è florida, dunque, ed in ottima salute finanziaria e intanto chiede sempre più soldi ai suoi iscritti.