Processi telematici da sette a uno: si può fare? (di Riccardo Radi)

Abbiamo sette processi telematici introdotti nel corso degli anni, dal processo civile obbligatorio, il cui debutto risale a ormai quasi dieci anni fa, fino al processo telematico in Corte di cassazione che ha avuto invece avvio nel 2021.

È stata pubblicata oggi la proposta di legge numero 876 (allegata alla fine del post) presentata dal deputato Dori che reca una delega al Governo per l’adozione di uno o più decreti legislativi finalizzati alla razionalizzazione della gestione dei processi telematici.

La disciplina vigente in materia, infatti, si presenta frammentata: esistono ben sette processi telematici introdotti nel corso degli ultimi anni da fonti normative diverse, dal processo civile obbligatorio, il cui debutto risale a ormai quasi dieci anni fa, fino al processo telematico in Corte di cassazione che ha avuto invece avvio nel 2021.

La normativa in vigore prevede, infatti, che il deposito degli atti processuali, a seconda del rito di riferimento, debba avvenire in differenti portali con gestioni diversificate. È evidente, pertanto, la necessità di intervenire per una progressiva evoluzione del sistema di gestione verso un modello unico per tutti i settori e gradi – civile, penale, tributario, amministrativo, Cassazione – anche tenendo conto dell’alto numero di atti processuali che quotidianamente vengono depositati e dei conseguenti rischi di incorrere in errori procedurali.

La ratio della proposta di legge è quella di superare la situazione descritta mediante la creazione di un portale unico dei processi telematici, in cui far confluire tutte le diverse tipologie di deposito di atti processuali.