L’avvocato arringa e il giudice cade tra le braccia di Morfeo (di Riccardo Radi)

Quante volte vi è capitato di avere chiara la sensazione che le vostre argomentazioni non vengano ascoltate?

Nel penale alle volte ti rendi conto che il magistrato è distratto, alle volte quasi assente magari pensa ma questo che “sta a dì?”.

Un grande avvocato ci ha tramandato questo aneddoto: “Mi accadde molti anni or sono di assistere in Corte d’Appello ad una scena che al momento mi parve solo buffa, ma in seguito ritenni meritevole di attenzione.

Allora la Corte d’Appello era composta da cinque magistrati: un presidente e quattro consiglieri, anziché due come oggi.

Stava discutendo un giovane avvocato che a me parve, e lo era, come potei constatare quando successivamente lo conobbi molto bravo.

Ad un tratto il Presidente fermò con un cenno il difensore e rivolto ai componenti della Corte disse testualmente: Se i Signori Consiglieri che siedono alla mia destra, anziché parlottare fra loro, facessero come i Consiglieri alla mia sinistra che dormono, non mi impedirebbero di ascoltare il difensore.

Mi parve un modo assai efficace per rendere i giudici responsabili quella uscita del Presidente, ma venni poi a conoscenza che fu biasimata dal diretto superiore”. Luciano Revel, Scritti e ricordi