Le vie “brevi” della Giustizia e la differenza tra avvocati e venditori di fumo (di Riccardo Radi)

Una riflessione apparentemente datata ma purtroppo sempre attuale è quella di Piero Calamandrei sulla ricerca delle vie per vincere una causa.

Una lettura breve che lascia un po’ di amaro in bocca per chi crede ancora nella giustizia:

Colla tua romantica fede nella giustizia, mandi i clienti alla perdizione.

Fervore, argomentazioni eleganti, belle frasi generiche commoventi ed argute, e ogni tanto un inno all’onestà: precisione, dottrina, eloquenza, letteratura, moralismo.

Verba generalia: tutto resta lì.

Ma il tuo avversario, che non soffre di queste debolezze, conosce un’altra arte.

Invece di studiare la causa, sa che bisogna studiare gli uomini che devono deciderla; invece di cercar la soluzione nei codici, dove non ci sono che formule astratte, bisogna cercarla nei giudici, analizzandoli amorevolmente ad uno ad uno, nella loro vita, nei loro dolori, nelle loro speranze: esaminarli contro luce, per scoprire in ognuno di essi il varco segreto: amicizie, ambizioni, malattie, anche manie: il bigliettino innocente dell’uomo politico, il ricordo dell’amico d’infanzia, le quattro chiacchiere scambiate al tavolino di un caffè, la partita a carte, il salotto della moglie, una poltrona per il teatro, talora il consiglio autorevole di un alto prelato: e via dicendo.

E la causa è vinta; senza bisogno di perder le nottate a sfogliare i repertori di giurisprudenza.

Non credo che questo sistema dia frutti migliori del mio; in ogni modo, ognuno ha il suo metodo.

Io sono uno di quelli che continuano a credere che per farsi dare ragione dal giudice non ci sia altro da fare che rispettare le regole della procedura: indossare la toga e rivolgersi a lui a voce alta, in udienza, in modo che tutti sentano; e non andare a trovarlo a casa per parlargli a quattr’occhi, o attenderlo nel corridoio per bisbigliarli quattro parolette all’orecchio.

Questo è il metodo dell’avvocato come io lo intendo: i clienti sono avvertiti. Io me ne trovo bene; se poi essi preferiscono prestazioni d’altra natura, allora non cerchino un avvocato: è meglio che si rivolgano a un venditore di fumo”.