Stracci che volano tra coniugi avvocati divorziati: dare dell’evasore all’ex non è diffamazione (di Riccardo Radi)

Un divorzio tra avvocati può riservare anche colpi bassi e se negli scritti difensivi firmati anche dalle parti, entrambi avvocati, si accusa l’ex di avere ricavi in nero non è diffamatorio.

La cassazione sezione 5 con la sentenza numero 6314 depositata il 15 febbraio 2023 ha ritenuto che le affermazioni in danno della controparte contenute negli scritti difensivi, in particolare l’espressione “può contare su entrate non fiscalizzate e di intestazioni formali ai propri familiari di beni e rendite”“, assumono rilievo per quanto concerne aspetti meramente giuridici riguardanti il giudizio civile per lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio tra la parte civile e la ex coniuge.

Inoltre, aggiunge la Suprema Corte che neppure la loro divulgazione ha assunto implicazioni lesive dell’onorabilità professionale dell’uomo avuto riguardo al contesto processuale in cui le frasi sono state spese (avrebbero potuto essere espunte dallo stesso giudicante nel corso del giudizio qualora le avesse ritenute lesive dell’onorabilità e dignità).

In altri termini, l’espressione contestata non contiene in sé quella valenza denigratoria, screditante e inutilmente aggressiva che costituisce il necessario presupposto della tipicità del reato di diffamazione, ossia, quindi, alcun elemento di offensività, essendo d’altronde la stessa inserita nel contesto difensivo avente natura strettamente tecnica e collegata alla oggettiva situazione finanziaria — non necessariamente rimandante all’illecito dell’evasione fiscale – della persona offesa, priva di contenuto strettamente diffamatorio.