L’avvocato fiducioso della comprensione del giudice chiede di differire l’orario dell’udienza, di una sola ora, perché potrebbe tardare per raggiungere il tribunale, in quanto abita in un’altra città.
Quando arriva in tribunale trafelato, ecco l’amara sorpresa: il processo è stato fatto nominando un difensore d’ufficio. E ora cosa dire al cliente?
La cassazione sezione 6 con la sentenza numero 3947 depositata il 30 gennaio 2023 ha ribadito che deve essere escluso l’obbligo di rinviare l’udienza o di differire l’orario della trattazione laddove il legittimo impedimento del difensore è configurato dall’impossibilità assoluta a comparire non potendo il legale limitarsi a rappresentare un possibile ritardo, dettato dalla necessità di raggiungere l’ufficio giudiziario da un’altra città, dal momento che la situazione prospettata può essere superata con accorgimenti che non esorbitano l’ordinaria diligenza, ad esempio nella scelta dell’orario di partenza.
Il giudice non è tenuto a cambiare l’orario dell’udienza soltanto perché il legale viene da un’altra città per parteciparvi.
La circostanza, infatti, non integra il legittimo impedimento a comparire per il difensore: si tratta di una mera difficoltà superabile con l’ordinaria diligenza, ad esempio anticipando l’orario di partenza, questa in sintesi la motivazione della Suprema Corte che ha ribadito il principio che l’avvocato non deve aspettarsi nulla che possa facilitargli la vita professionale.
