Il capraio furbo e la forza genetica sottratta furbescamente al suo legittimo detentore (di Riccardo radi)

Oggi è domenica, il giorno del riposo e dei pensieri lievi.

Uno di questi pensieri va ad un passato rurale e alla giustizia penale che si occupava degli illeciti propri di una civiltà contadina.

Del caso del capraio sappiamo solo quello che è scritto nella massima (tratta dalla meritoria raccolta “Massime dal passato”, consultabile al sito https://massimedalpassato.it/, curata dall’avvocato Pasquale Tammaro, cui va il nostro ringraziamento per il suo prezioso lavoro di preservazione della memoria giuridica del nostro Paese.

Lo immaginiamo furbo come Bertoldo e protagonista di una storia degna del Decamerone.

Immaginiamo capre agitate e montoni scoppiettanti, motivati da una prorompente “forza genetica”.

Non sapremo mai quale dibattito si è tenuto nella camera di consiglio del tribunale di Trani ma siamo certi che è stato serrato e pieno di dotte disquisizioni giuridiche.

E anche la motivazione deve essere stata impegnativa, non fosse altro che per esprimere concetti di natura con la prudenza e la castità che si addicevano alla giustizia.

Altri mondi, altri tempi!