Le garanzie dell’aula e l’importanza fondamentale della dimensione non verbale della comunicazione (di Riccardo Radi)

Il processo penale è oralità e comunicazione, ma la comunicazione non è solo parole.

In questi tempi è cosa buona ricordare che il Legislatore ha previsto la collocazione all’interno dell’aula della persona sottoposta a esame: “il seggio delle persone da sottoporre ad esame è collocato in modo da consentire che le persone stesse siano agevolmente visibili sia dal giudice che dalle parti”.

L’art. 146 disp. att. c.p.p. chiarisce l’importanza fondamentale della dimensione non verbale della comunicazione in aula.

Mimica facciale, gesti, posture e tono della voce, possono cambiare di molto la percezione di ciò che stiamo comunicando al resto del mondo.

Pensare che la comunicazione possa essere limitata solo all’aspetto fonico, acustico e verbale significa illudersi.

Ricordiamoci che: “Il 60% di tutta la comunicazione umana è non verbale: linguaggio del corpo. Il 30% è nel tono. Vale a dire che il 90% di quello che si comunica…non esce dalla nostra bocca”.

Chiosiamo con le parole di Paolo Coelho: “Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.