
Leggendo i Fratelli Karamazov ci imbattiamo nell’enunciazione del principio del ragionevole dubbio.
Dostoevskij anticipa il nostro legislatore che con la legge 46/2006 ha stabilito la necessità di un alto grado di probabilità di colpevolezza dell’imputato, non ritenendo sufficiente un minimo dubbio di colpevolezza per poter arrivare al pronunciamento di una sentenza di condanna.
Ai sensi dell’art. 533 c.p. il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato che gli viene contestato, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ebbene nei Fratelli Karamazov l’avvocato Fetjukovic nella sua arringa declama: “perché non potrebbe essere accaduto così?
E se sussiste non foss’altro la possibilità d’una congettura di questo genere, allora come possiamo con tanta insistenza e tanta sicurezza ritenere responsabile l’imputato?
Posto che vi sia foss’anche un’ombra di possibilità, foss’anche un’ombra di verosimiglianza nella mia esposizione difensiva, allora dovete astenervi dal condannare”.
Grande Fedor Michajlovic!

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