600 vite spezzate nell’indifferenza di tutti (di Maria Brucale)

600 vite spezzate nell ‘indifferenza di tutti. 

Al 31 dicembre ben 600 persone dovranno tornare in carcere dopo 2 anni di concreto reinserimento nel tessuto sociale. 

Come si può pensare di rimandare in carcere le persone che in semilibertà, con le misure straordinarie dettate dalla pandemia, hanno per due anni e più vissuto nelle loro abitazioni senza destare il minimo allarme sociale? Senza incorrere in alcuna interruzione del loro cammino di restituzione? Non viene concessa la proroga delle misure. Ma non si capisce che ormai la pandemia c’entra poco e dovrebbe essere rispettato il principio dell’imperativo costituzionale di ogni pena che pretende la tensione al reinserimento e il divieto della regressione trattamentale incolpevole? Si tratta di circa seicento persone che vedranno il loro percorso spezzarsi e andranno a incidere sul sovraffollamento delle nostre martoriate carceri. 

A chi importa?