Il portale telematico … de che? (di Riccardo Radi)

La notizia è stata strombazzata in lungo e in largo: da lunedì 14 novembre 2022 in tutte le Procure della Repubblica del territorio nazionale è attiva la funzionalità di accesso agli atti dei procedimenti penali da parte dei difensori tramite il portale del Processo Penale Telematico.

È possibile accedere al nuovo servizio cliccando sulla sezione “servizi” presente sulla home page del Portale Servizi Telematici  (https://pst.giustizia.it/PST/it/services.page), successivamente è necessario cliccare sulla sezione “Area Riservata” e infine, previa autenticazione, accedere al servizio “Portale Deposito atti Penali – deposito con modalità telematica di atti penali”.

I difensori, a seguito del login, dovranno poi selezionare il procedimento di interesse dall’elenco dei procedimenti autorizzati, cliccare sul pulsante Deposita Atto Successivo e richiedere il tipo di atto richiesta di accesso”.

Tutto semplice? Tutto chiaro? Ma qualcuno prima di diffondere la lieta novella ha verificato il funzionamento del magico portale telematico?

In realtà il sistema appare assai complicato e farraginoso.

Prima domanda, che sorge spontanea come diceva Lubrano: perché dopo che il sistema mi ha riconosciuto tramite la Smart Card o lo Spid mi chiede un qualcosa da allegare che non si comprende a cosa serva?

La voce “Aggiungi atto” e “Aggiungi allegato” fermano l’entusiasmo del debuttante.

Cosa devo aggiungere? Quale atto e quale allegato mi si chiede? Nessuno lo dice e nessuno lo sa. Omertà assoluta, peggio che nel Padrino parte I, II e II.

La seconda domanda è cosa si deve allegare, visto che il sistema non esplicita nulla? Sembrerebbe una sorta di autorizzazione. Ma per far cosa?

Nel portale compaiono solo ed esclusivamente i fascicoli dove l’avvocato risulta nominato ed allora a cosa serve richiedere una autorizzazione?

Chi mi dovrebbe autorizzare?

Quale utilità ha un sistema così complicato?

A tutte queste osservazioni mi si risponderà che il sistema è in rodaggio ed allora prima andrebbe rodato, provato e testato e magari solo dopo diffuso come la panacea per la nostra professione.