La Consulta restituisce gli atti alla Corte di cassazione sulla questione della liberazione condizionale per gli “ergastolani ostativi”: “Sia invece il vostro parlare sì sì, no no”

Si è tenuta ieri dinanzi alla Corte costituzionale, dopo due rinvii della complessiva durata di un anno e mezzo, l’attesa udienza sulla questione di legittimità costituzionale legata alle condizioni di accesso degli “ergastolani ostativi” al beneficio penitenziario della liberazione condizionale.

La Corte ha deciso, come nella previsione di molti, di restituire gli atti alla Corte di cassazione nella sua veste di giudice a quo, perché verifichi gli effetti della normativa sopravvenuta dettata dal d.l. n. 162/2022 sulla rilevanza delle questioni sollevate e proceda ad una nuova valutazione della loro non manifesta infondatezza.

In attesa del deposito dell’ordinanza che farà comprendere le ragioni di questa decisione interlocutoria, pubblichiamo in calce al post il comunicato rilasciato dall’ufficio stampa della Consulta.

Verrà il tempo di analisi più dettagliate e seguiranno per certo sofisticate riflessioni di tanti autorevoli giuristi.

Noi di Terzultima Fermata ci limitiamo a ricordare due versetti, entrambi tratti dal “discorso della montagna” di Gesù, riportato nel capitolo 5 del Vangelo secondo Matteo:

Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli“.

Sia invece il vostro parlare sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno“.

In questa storia dell’ergastolo ostativo, ed è questa l’unica riflessione che siamo capaci di fare, ci pare che nessuno di quei due moniti sia stato ascoltato.

Abbiamo letto molti sì che mascherano no, molti ni che non si sa bene cosa siano e ci è sembrato di trovare tracce di una giustizia farisaica.

Altro non potremmo dire.