Proposte in materia di giustizia penale? Non granché pervenute (di Vincenzo Giglio)

Avevo pensato di scrivere una scheda sui programmi nella materia penale di tutte le formazioni politiche che parteciperanno alle imminenti elezioni nazionali.

Avevo pure cominciato e in effetti ho postato le prime due schede che alcuni hanno avuto la bontà di leggere e commentare.

Ma ho deciso di desistere perché, dopo avere letto tutti i programmi esistenti, ognuno per conto suo e tutti in comparazione tra loro, non ci ho capito più nulla nel senso che fatico a capire cosa vogliano davvero i loro autori e in che modo si distinguano gli uni dagli altri.

È un problema mio, chiaro, sono certo che altri non avrebbero questa difficoltà.

A parziale giustificazione, posso dire che il mio disagio viene da lontano.

Erano gli ultimi mesi del 2018 e Marco Minniti, già ministro dell’Interno nel Governo Gentiloni Silveri, pubblicò per Rizzoli un saggio intitolato “Sicurezza è libertà”.

Aveva anche un sottotitolo: “Terrorismo e immigrazione: contro la fabbrica della paura”.

Pensai allora varie cose.

Che quando un politico scrive libri vuol dire che ha molto tempo e quindi vuol dire che è uscito dai giochi che contano. Ma questa è una considerazione frivola e non ci fa fare passi avanti.

Che quando uno che è stato di sinistra per tutta la vita dice che sicurezza è libertà vuol dire che sta iniziando o si è già compiuta una mutazione ideologica e che, per convinzione o calcolo, i temi securitari non sono più appannaggio esclusivo della destra.

Che quando si sceglie quel sottotitolo si sta probabilmente facendo un’operazione subliminale: si esorcizza la paura ma contemporaneamente la si mette in bella vista e la si associa a terrorismo e immigrazione.

Che quel libro era stato scritto dal ministro dell’Interno del Governo che il 2 febbraio 2017 sottoscrisse un memorandum d’intesa con Fajez Mustafa Serraj, presidente del Consiglio presidenziale della Libia, allo scopo di “arginare i flussi di migranti illegali e affrontare le conseguenze da essi derivanti”, beninteso “nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi siano parte”.

Nonostante le buone intenzioni, qualcosa non funzionò e le condizioni detentive nelle strutture libiche in cui venivano “ospitati” i migranti respinti risultarono tutt’altro che conformi agli impegni assunti nel Memorandum.

Spero adesso che la mia incapacità di comprendere sia considerata con maggiore benevolenza.

D’altro canto, mi dispiace lasciare il lavoro a metà e ho pensato che il miglior modo di finirlo è elencare le questioni che mi sembrano più importanti e indicare accanto quello che mi sembra l’orientamento quantomeno potenziale di destra (D), centro (C) e sinistra (S).

Tre avvertenze preliminari: a) assumo la riforma Cartabia e i suoi decreti attuativi come un fatto già avvenuto sicché la sintesi che segue riguarderà soltanto eventuali proposte ulteriori; b) mi occupo soltanto di proposte che riguardano l’accusato in quanto parte che subisce in modo totalizzante le conseguenze dell’intervento penale  di modo che l’impatto delle eventuali riforme va valutato solo su di esso; c) l’espressione “non pervenuti”, che utilizzo abbastanza spesso, per me significa l’assenza di segnali rilevanti di attenzione ad un problema.

Statuto garantistico dell’accusato in sede penale: DCSbelle parole da tutti;  nessun intervento specificato in dettaglio.

Ruolo della difesa dell’accusato e suo eventuale potenziamento: DCS – non pervenuti.

Anticipazione alla fase delle indagini delle occasioni di controllo del giudice sull’operato del PM: DCS – non pervenuti.

Misure per prevenire abusi del potere cautelare: belle parole da C; non pervenuti D e S.

Misure per prevenire abusi dei mezzi di ricerca della prova, a partire dalle intercettazioni: DCS non pervenuti.

Adozione di un sistema di indennizzi più adeguato per l’ingiusta detenzione e gli errori giudiziari ed eliminazione, anche attraverso norme di interpretazione autentica, delle attuali prassi applicative che contraggono oltre misura l’area degli indennizzi riconosciuti come dovuti: DCS – non pervenuti.

Rafforzamento e migliore definizione del criterio dell’oltre ogni ragionevole dubbio, anche in  riferimento alle conseguenze logiche della sentenza assolutoria di primo grado: DCS – non pervenuti.

Misure, ivi comprese norme di interpretazione autentica, per eliminare o ridurre indirizzi interpretativi di merito e di legittimità che contraggono la latitudine applicativa delle impugnazioni e introducono cause di inammissibilità di esclusiva fonte giurisprudenziale: DCS – non pervenuti.

Durata media dei processi e sua diminuzione: DCS – non pervenuti.

Miglioramento della condizione carceraria: C belle parole – DS disattenti o non pervenuti o ostili.

Programmi di depenalizzazione: DCS – non pervenuti.

Riduzione della tendenza al cosiddetto “doppio (ma talvolta anche triplo e oltre) binario punitivo: DCS – non pervenuti.

Riconsiderazione del sistema delle misure preventive e della documentazione antimafia: DCS – non pervenuti o disattenti o ostili.

Molto altro si potrebbe dire ma non in un post come questo.

Mi scuso infine per la brutalità della sintesi che ovviamente impedisce di dar conto di sensibilità individuali o anche collettive ma solo teorizzate o accennate.