Le Nelson Mandela Rules (di Vincenzo Giglio)

Le «Nelson Mandela Rules» tracciano gli standard minimi considerati appropriati dall’ONU per il trattamento delle persone detenute.

Sono standard riconosciuti a livello internazionale per promuovere un trattamento carcerario dignitoso e dovrebbero servire da linee guida operative per tutte le amministrazioni penitenziarie.

L’Assemblea generale dell’ONU le ha approvate all’unanimità il 17 dicembre 2015.

La ministra Cartabia, intervenuta al 14 ° congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione della criminalità e la giustizia penale tenutosi a Kyoto dal 7 al 12 marzo 2021, le ha citate espressamente come fonte di ispirazione per le politiche carcerarie italiane che si prefigge di orientare alla rieducazione (qui il link al video del suo intervento in lingua inglese: https://youtu.be/FPxA1ozOSs4).

L’Associazione Antigone ha reso disponibile la traduzione in italiano delle Mandela Rules, inserita alla fine del post e scaricabile liberamente.

Le Mandela Rules non hanno valore normativo ma indicano una strada.

Sta ai legislatori nazionali se considerarle un’utopia irrealizzabile (o addirittura, per alcune sensibilità politiche, inaccettabile) oppure uno strumento di pacificazione e utilità sociale.

Una cosa è certa, comunque la si voglia pensare: Nelson Mandela sopportò 27 anni di detenzione per essersi opposto all’apartheid; quando, finita quella stagione, diventò il capo dello Stato sudafricano, usò il potere non per vendette e rappresaglie ma per avviare una riconciliazione nazionale che permettesse al suo Paese di liberarsi del terribile retaggio del razzismo bianco e di guardare con rinnovata speranza al futuro.

Mandela ha lasciato questo al Sudafrica e al mondo e le regole che portano il suo nome sono ispirate dal suo esempio.