Tanti anni fa un uomo (lo chiameremo Tizio per comodità) fu accusato di avere compiuto atti di libidine consistiti nel palpeggiare il sedere di una donna.
Il tribunale di Venezia lo condannò a un anno e sei mesi di reclusione ma Tizio non la prese affatto bene e fece appello.
La Corte di appello di Venezia lo assolse perché il fatto non costituisce reato ma questa volta non andò bene al pubblico ministero che fece ricorso alla Suprema Corte. Era il 2001.
Impossibile dimenticare le nobili e pregnanti parole con cui la Cassazione risolse il caso.
“I Giudici di secondo grado hanno offerto un’adeguata e non manifestamente illogica spiegazione del convincimento raggiunto. Nella specie, la Corte veneziana, con puntuali richiami alle acquisite risultanze probatorie, ha ritenuto per un verso dimostrato che un’isolata e repentina pacca sul sedere della donna vi fu, e per l’altro, che l’imputato non intese compiere un vero e proprio atto di libidine sulla donna, non essendo emersi elementi per ritenere che il gesto, e cioè quel toccamento, fosse rappresentativo di un gesto di concupiscenza di natura sessuale. Orbene, tale motivazione non evidenzia alcuna manifesta illogicità: sicché il ricorso va dichiarato inammissibile”.
Lo capisci subito quando senti parole importanti e quelle lo furono, così tanto che è giusto non solo tramandarle ma anche ricavarne un utile vademecum.
Vuoi toccare il sedere a una donna?
Nessun problema purché tu lo faccia in modo isolato (una sola volta, massimo due poi, abbi pazienza, o smetti o cambi donna) e repentino (devi essere fulmineo come Beep Beep, quello che lascia sempre indietro Willy Coyote).
Ma ricorda, la cosa più importante è l’impassibilità: non sudare, non digrignare i denti, non avere la faccia stravolta. Perché, se sei impassibile, nessuno potrà sospettarti di concupiscenza.
Sii imperturbabile come un lord inglese e “Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa (compresi i sederi femminili – NdA). E – quel che più conta – sarai un Uomo, figlio mio!”
