Urla dal silenzio: i detenuti che si tolgono la vita (articolo di Riccardo Radi)

Esistono carceri peggiori delle parole (Carlos Ruiz Zafon).

Iniziato l’anno, ci sono stati tanti buoni propositi in materia di condizioni di vita dei nostri carcerati.

Prima la ministra Marta Cartabia e subito dopo il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato hanno parlato delle carceri e delle condizioni dei carcerati.

La situazione carceraria a gennaio del 2022 era fotografata da dati che valgono molto più delle parole.  

Nella relazione della Cartabia al Parlamento si leggeva: “Il sovraffollamento: ad oggi su 50.832 posti regolamentari, di cui 47.418 effettivi, i detenuti sono 54.329, con una percentuale di sovraffollamento del 114% (XVIII Legislatura – Comunicazione – Archivio di Prima Pagina (camera.it)

A fronte di una realtà inumana la Cartabia promise interventi e soluzioni.

Le fece eco Giuliano Amato che, nella conferenza stampa successiva al suo insediamento come nuovo presidente della Corte costituzionale, dichiarò: “In passato dicemmo, sul sovraffollamento, che bisognava provvedere, perché la situazione non sarebbe stata ulteriormente tollerabile. Ora siamo nuovamente sulle 52mila, 53mila presenze: se ci fosse riproposta una questione su questo tema, ci troveremmo di fronte alla responsabilità di affrontarla”.

Alle parole non sono seguiti fatti e nel generale disinteresse registriamo (dati aggiornati a fine giugno 2022) che ad oggi i detenuti sono 54.841, ben 512 in più di inizio anno.

La situazione di sostanziale stallo delle politiche volte a migliorare la condizione carceraria genera morte ed è di queste ore l’ennesimo suicidio, questa volta avvenuto nel carcere di Torino nella notte di domenica 24 luglio. Un cittadino pakistano detenuto è stato trovato morto impiccato nella sua cella dagli agenti della polizia penitenziaria, che hanno provato in ogni modo a soccorrerlo senza tuttavia riuscire a salvarlo.

Trentanove detenuti suicidi da inizio anno, trentanove vite sprecate, trentanove esseri umani che hanno urlato nel silenzio senza essere ascoltati.

Le parole non costano nulla mentre i provvedimenti e le decisioni impopolari molto di più.